sabato 16 febbraio 2013

Additivi: Emulsionanti, Addensanti e Coloranti

Eccoci finalmente ad un nuovo post. Questa volta voglio parlare di alcuni additivi che vengono aggiunti agli alimenti per semplificarne il processo produttivo e migliorarne l’aspetto. Al giorno d’oggi si sa, l’immagine è tutto. Se una cosa non ci appaga l’occhio la bolliamo come negativa. Questo aspetto della società fa parte della nostra vita di tutti i giorni. Certo è brutto da dire ma purtroppo è così. A questa legge non sfugge certamente il reparto alimentare.
Se un gelato non ha la giusta cremosità, se una maionese non ha un bel colore giallo, se una briosche non ha
un buon volume ed una bella alveolatura interna della pasta non ci piacciono a prescindere dal sapore.
Poco importa che la bontà, la quantità e la qualità sia la medesima, se l’estetica non ci aggrada classifichiamo peggiori quei cibi che visivamente sono meno belli da guardare.
Dopo gli aromi che sono gli elementi che conferiscono il “super sapore” agli alimenti (vedi post precedenti) ecco che intervengono gli emulsionanti, gli addensanti ed i coloranti per migliorare l’aspetto grafico.



EMULSIONANTI

Cominciamo dagli emulsionanti. Si trovano in moltissimi alimenti dove vengono riportati immancabilmente nelle etichette degli ingredienti. Essi sono impiegati per stabilizzare ed omogeneizzare sostanze disperse in fasi solide o liquide tra loro non miscibili. Per esempio se versiamo dell’olio nell’acqua i due elementi non si mescolano insieme, bensì rimangono separati. Questo fino a quando non uniamo anche un emulsionante che permette all’olio e all’acqua di amalgamarsi fra loro creando un’emulsione stabile ed omogenea.

Un emulsionante che tutti conosciamo molto bene è il tuorlo d’uovo. Esso fu il primo ad essere utilizzato nella produzione alimentare. Successivamente venne scoperta la lecitina di soia che è un prodotto molto utilizzato derivato dai semi della pianta di soia. Poco più tardi, invece, fecero la loro comparsa degli emulsionanti  ad oggi molto famosi derivati da acidi grassi, ovvero i mono e di-gliceridi. Quanti non hanno mai letto la presenza di questi due elementi nelle etichette degli ingredienti? I mono e di-gliceridi possono essere di origine animale (hanno origine da derivati di mucca o maiale), oppure di origine vegetale (principalmente da soia e olio di canola).









Gli emulsionanti solitamente utilizzati nell’industria alimentare sono sostanze naturali purificate oppure sostanze di origine chimica sintetica.



Tutti quanti gli emulsionanti utilizzabili sono elencati nella classificazione europea degli additivi alimentari. In particolare gli emulsionanti sono nella classificazione che va da E 400 a E 499 (ad esclusione delle lecitine che sono E 322). Per fare un esempio i mono e di-gliceridi degli acidi grassi vengono identificati con la sigla E 471:


Gli emulsionanti trovano largo impiego:

·   nella produzione del cioccolato per fornire la giusta consistenza interagendo con la struttura cristallina dei grassi e quindi riducendo la viscosità del prodotto




·     nella panna montata per aumentare l’aerazione dando maggiore volume a quest’ultima


Immagine da www.flickr.com

·   nella produzione del gelato il quale è sia una schiuma che un’emulsione contenente cristalli di ghiaccio ed una miscela acquosa non gelata. Gli emulsionanti vengono aggiunti per ottenere una struttura più omogenea e garantire che il gelato non si sciolga rapidamente dopo essere stato servito. Solitamente vengono impiegati mono e di-gliceridi degli acidi grassi, lecitina e polisorbati. Tutto ciò vale anche per frullati a base di latte, mousse e yogurt congelati

·   nella produzione del pane e dei prodotti da forno ai quali conferiscono  un maggior volume ed una migliore struttura interagendo con il glutine e migliorando la qualità di cottura della farina di frumento.
Nella produzione del pane permettono di avere una mollica più tenera  ed una conservazione più lunga


·    nella lavorazione delle carni soprattutto quelle utilizzate per la produzione di insaccati.


Immagine da www.flickr.com

ADDENSANTI

Gli addensanti sono sostanze che aumentano la viscosità degli alimenti a cui vengono aggiunti.  Servono a migliorare la consistenza dando una struttura più stabile. Per esempio rendono più cremoso un gelato o più denso uno yogurt e un budino. Possono essere impiegati per dare una consistenza vellutata alle creme.  Anche gli addensanti possono essere naturali o di origine artificiale.

Eccone alcuni esempi:

Addensanti sono l’amido di mais che deriva appunto dal mais e l’amido di tapioca, il quale deriva dal tubero della manioca che è una pianta originaria dell’America del sud. Addensanti sono anche la farina di semi di guar (denominata anche gomma di guar) ricavata dai semi di una pianta leguminosa (Cyamopsis tetragonoloba) coltivata nell’estremo oriente e la farina di semi di carrube ottenuta dai semi del carrubo , una pianta leguminosa coltivata nel bacino del Mediterraneo.






Degli addensanti fanno parte anche le gomme:

La gomma di guar è la già citata farina di semi di guar che viene classificata appunto come gomma per le sue proprietà idrocolloidi.

La gomma di xantano  (detta anche gomma di xanthan) è ottenuta dalla fermentazione in coltura di un polisaccaride ad opera di un piccolo microorganismo chiamato Xanthomonas Campestris.
Crescendo in opportune condizioni, questo microorganismo si costruisce intorno una copertura protettiva, un rivestimento cellulare che possiede proprietà elastiche ed aggreganti.
Se l'organismo è coltivato in laboratorio, grandi quantità di questo rivestimento cellulare possono essere rimosse con un procedimento chimico, seccate e macinate per formare una polvere chiamata appunto gomma di xantano.
Questo addensante è molto impiegato nella produzione del gelato artigianale.


Immagine da www.flickr.com

La gomma adragante, invece, è un essudato secco ricavato da una serie di piante leguminose del genere Astragalus originarie del sud-est europeo e sud-ovest asiatico. Oltre che dalle piante oggi questa gomma può essere ottenuta sinteticamente. Viene impiegata soprattutto come addensante per salse, sciroppi, caramelle gommose e gelati.


Dopo le gomme ci sono gli alginati:

Alcuni tra i più usati sono l’alginato di sodio, l’alginato di potassio e l’alginato di calcio. Un alginato è un sale dell’acido alginico il quale viene  ricavato da alghe marine attraverso processi particolari di estrazione. Questi additivi assorbono una grande quantità di acqua e favoriscono l’appesantimento del prodotto alimentare a cui vengono aggiunti. Di solito sono addizionati a gelati, budini, maionese e fiocchi di latte.






Tutti questi elencati sono solamente alcuni degli addensanti che ad oggi vengono utilizzati nella produzione alimentare. Anch’essi, come tutti gli additivi, sono classificati a livello europeo da specifiche sigle. Un elenco completo lo potete trovare qui (gli addensanti vanno nella classificazione da E 400 a E 499 più alcuni altri che vanno oltre l'E 1000):





L'addensante segnato nell'elenco degli ingredienti di questo yogurt è il 
fosfato di diamido idrossipropilato (E 1442)


COLORANTI

I coloranti come tutti sappiamo sono sostanze utilizzate per modificare il colore degli alimenti. Alcuni coloranti sono naturali, altri sono imitazioni sintetiche di sostanze naturali ed altri sono completamente artificiali.

Le persone associano certi sapori con dei colori precisi, pertanto un colore può influire sul sapore che percepiamo. I coloranti vengono aggiunti agli alimenti per riprodurre il colore naturale associato al sapore. Per esempio viene usato il rosso per i cibi al sapore di  fragola o il giallo per quelli al sapore di limone. Talvolta un colore può essere associato a diversi sapori differenti. Il giallo può essere usato anche per il gusto banana oltre che per il limone, il bianco è associato al sapore di panna o di cocco, il verde è utilizzato per il kiwi o per la mela verde eccetera. Così si potrebbe andare avanti all’infinito. Altre volte, però, i coloranti vengono utilizzati per dare colori insoliti oppure per decorazione soprattutto nei dolci.


Immagine da www.flickr.com
Ecco qui di seguito un esempio di prodotto acquistabile comunemente in tutti i supermercati, nel quale viene aggiunto il colorante per migliorare l’aspetto in relazione al sapore che l’alimento deve avere:





Inutile dire che queste sostanze hanno proprio lo scopo principale di fare apparire più bello ed appetibile un alimento. E’ sufficiente dare ad un cibo, il quale ha già un suo determinato colore, una nota cromatica uguale alla sua naturale solo che un poco più chiara e brillante per farcelo apparire più buono. Un prodotto dal colore brillante attira l’attenzione del consumatore.

Facciamo un esempio che forse non tutti conoscono:

Il salmone fresco che compriamo al banco del pesce ha un bel colore rosato che ci fa capire, anzitutto che si tratta di salmone, e poi che deve essere buono e fresco. Peccato però che il 99% del salmone che compriamo al banco del pesce è salmone d’allevamento, altrimenti i costi sarebbero proibitivi. Il salmone d’allevamento non ha la colorazione rosata che ha quello che si trova in natura nei torrenti, bensì è bianco. Più o meno appare come la carne del merluzzo. Questo accade perché il salmone che troviamo libero in natura si ciba principalmente di gamberetti i quali si nutrono a loro volta di alghe e microrganismi che producono un pigmento che conferisce la colorazione rosata. Questo pigmento, che si chiama astaxantina, attraverso la catena alimentare arriva ai salmoni e va a modificare la colorazione del tessuto adiposo.
Il salmone allevato, invece, viene nutrito con prodotti a base di pesce ma non con gamberetti (i quali hanno un costo non indifferente) così esso mantiene il suo colore bianco naturale.
Chi comprerebbe un filetto di salmone se lo vedesse bianco come il merluzzo? Cosa penseremmo? Forse la prima idea che ci verrebbe in mente è che il pescivendolo ci sta prendendo in giro. Eppure il sapore è proprio quello di salmone. Non cambia perché non viene influenzato dalla pigmentazione.
Allora, per colorarne la carne, viene aggiunta l’astaxantina all’alimentazione dei salmoni. Il pigmento può essere prodotto chimicamente o estratto da farina di gamberetti. Però, solitamente, la produzione artificiale è meno costosa.

Bisogna far notare che sebbene l’utilizzo dei coloranti sia disciplinato da precisi regolamenti comunitari e nazionali volti a salvaguardare la salute e proteggere dalle frodi, c’è sempre il rischio che con l’utilizzo di questi additivi si possano coprire segni di degrado qualitativo dei cibi e utilizzo di materie prime di scarsa qualità. Questo perché potrebbero essere coperte cromaticamente macchie o colorazioni che stanno ad indicare scarsa freschezza.

A livello comunitario anche i coloranti sono elencati ed individuati da sigle specifiche come tutti gli additivi alimentari. Ecco qui la lista (da E 100 a E 199):


Così si conclude anche questo capitolo sugli additivi che ogni giorno mangiamo. Una piccola riflessione penso sia d’obbligo sulla più totale inutilità di questi elementi dal punto di vista nutrizionale. Dicono che oggi viviamo nella società dell’immagine, ebbene questo è quanto mai vero nel mondo dell’alimentazione a cui ci approcciamo quotidianamente. Mi domando cosa accadrebbe se non esistessero precisi regolamenti europei e nazionali sulla regolamentazione dell’uso di tutte queste sostanze. Fino a dove sarebbero disposti a spingersi i vari produttori alimentari pur di vendere e fare profitto? Ci sono stati e ci sono tutt’ora studi sulla tossicità di alcuni di questi additivi per stabilirne le dosi massime ammissibili ai fini dell’alimentazione. Questo perché se si superano certe soglie quantitative se ne avvertono gli effetti dannosi che possono essere di vario tipo.

Per adesso è tutto. Vi do appuntamento al prossimo post in cui tratterò dei conservanti.
A presto!


   Mr. CooX



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